Qualche giorno fa qualcuno mi disse: la vita non è uno spartito!
Ho pensato a questa frase, ringrazio per avermi suggerito delle utili riflessioni…..
Cosa vera tecnicamente, la pratica è sempre qualcosa di diverso dalla teoria, ma quando apro uno spartito e mi immergo nei suoni scopro che la musica parla e ci manda dei messaggi, sembra qualcosa di paranormale e di magico, in parte credo lo sia, ma in tutto ciò esiste un dato di verità: le intenzioni del compositore e il modo convenzionale di scrivere, che è un linguaggio simbolico universale, da lì possiamo risalire alle intenzioni iniziali di chi ha scritto.
La musica inizia a raccontare, le note diventano parole, i suoni vibrazioni che donano emozioni, gli occhi si chiudono e inizia un filmato di immagini, colori e cerchi di luce, nell’aria compaiono sensazioni e si va indietro nel tempo, tanto da immaginare e percepire cose mai vissute.
Questo succede quando si suona coinvolti dalla scrittura interessante di uno spartito. Le note ci guidano in un paesaggio che si rinnova ogni volta a seconda di come ci accostiamo alla musica ….. sarà anche vero che la vita non è uno spartito ma è vero che in uno spartito c’è vita.
In questi giorni , studiando l’op 90 di Schubert , nei 4 improvvisi rivedo la vecchia Vienna, le soffitte delle piccole case fredde , i tetti innevati, le persone nei locali ad ascoltare musica, bere e parlare, sento la solitudine di questo musicista, le sue preoccupazioni, gli amori incompresi e segreti, il suo buon cuore e gentilezza, fondersi con queste note eleganti, profonde, intime, passionali, ritmiche ….. in uno spartito così si apre una finestra sul passato dove le persone rivivono, tutto ciò influisce sul mio spirito, trasformandomi per qualche ora in attore che ha una parte da recitare e raccontare al suo pubblico ….. emozionandosi un po’.
Splendidi pensieri ed altrettante splendide parole.
D’altronde….è la musica ad essere splendida!
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