Ormai due anni fa ho avuto l’occasione di vedere dal vivo un musical che mi appassiona molto e che si colloca nel quadro di ricchezza musicale del nostro paese: Notre Dame de Paris di Cocciante. In quell’occasione mi erano sorte delle domande sul legame tra opera e musical, e se il secondo sia una moderne ri-edizione del primo. Dopo che ho iniziato ad indagare un po’ sull’origine del musica, posso dirvi che questa ipotesi si avvicina alla realtà. Vi racconto cosa ho scoperto.
Innanzi tutto, qual è la differenza tra i due? Potremmo mettere in luce il fatto che se nel musical la parte di balletto è imprescindibile, così non la era nell’opera, nella quale la danza poteva essere presente, ma come elemento secondario. Ritroviamo il legame tra testo e armonia — presente già nel melodramma, come vi ho accennato la scorsa settimana — calcando forse sulla parte scenografica e costumistica. Ma la necessità di coreografia è il vero discrimine tra questi due generi.
Un’ulteriore distinzione è, ovviamente, anche temporale e culturale. L’opera era nata come spettacolo destinato ad un’élite di intellettuali, ma era gradualmente divenuto un genere popolare dal 1637, con l’apertura dei grandi teatri pubblici. Ma se questo genere è squisitamente europeo, il musical ha nascita e affermazione in America, dunque si costituisce imbevuto di cultura americana, portato avanti da gruppi di immigrati di etnie differenti, adatto ad un pubblico variegato, caratterizzato da un linguaggio semplicissimo e comprensibile a tutti.
Il passaggio da una realtà all’altra avviene nel 1882, in Alabama, con un’opera/prototipo di musical chiamato The Black Crook. Lo spettacolo nasce dall’unione di una compagnia di attori ed un corpo di ballo parigino, che avrebbe dovuto esibirsi all’Accademia di musica di New York, se questa non fosse stata distrutta da un incendio. La compagnia teatrale, dal suo canto, stava incontrando incresciose difficoltà economiche nel portare avanti il suo spettacolo: nacque l’idea di unire le forze per risolvere gli inconvenienti di entrambi.
Per tirare le somme, questo genere moderno è sicuramente figlio dell’esperienza dei quattrocento anni di opera in musica e della tradizione europea, nato com’è direttamente da essa, ma ha assunto nel corso del secolo una forte personalità che gli ha dato un’identità tutta sua.
