Stiamo completando la prima parte delle esperienze concorsi per questa stagione, dopo, le nostre attività saranno concentrate sui corsi estivi e concerti, sicuramente impegnativi, ma molto meno competitivi e snervanti di questi concorsi. Ma tutto serve per la formazione dei nostri giovani, sia per chi farà il musicista, sia per chi sceglierà un’altra direzione, la musica è un linguaggio, comunicazione amorevole, qualunque sia la scelta del proprio futuro,l’esperienza con la musica condizionerà in modo positivo la loro personalità, nella musica c’è il bello, il gusto,il sapore delle vibrazioni, la pace interiore.
Questi due concorsi che abbiamo fatto sono stati importanti per capire molte cose. Ognuno ha esplorato i propri limiti e livello, ha potuto valutare i propri progressi, ha sconfitto qualche nemico che minacciava la propria serenità al momento dell’esecuzione, ha studiato di più e imparato più cose in minor tempo. A me come insegnante è servito per capire come migliorarli, dove devo ancora lavorare, raffinare, impostare e strutturare la loro esecuzione finale. Mi interessano meno i posti e primati raggiunti, non fa molta differenza aver preso 80 oppure 85, i numeri sono dati relativi, condizionati da tanti fattori, sono consapevole che dobbiamo lavorare di più per raggiungere uno standard di qualità, dove possiamo essere criticati sui particolari e non sulla sostanza di base, invece manchiamo ancora di una certa professionalità e determinazione. Per questo ho bisogno della vostra collaborazione: uno studio più serio, costante, affidabile e puntuale con i tempi di apprendimento, i brani devono essere letti in un tempo giusto, puliti da errori e vizi, interpretati, memorizzati e maturati, se arriviamo ad un concorso con una di queste fasi ancora in studio o non completamente realizzata è logico che siamo giudicati con un punteggio medio o nei peggiori casi crolliamo proprio durante l’esecuzione, questo lo dobbiamo capire e cambiare, almeno chi ha intenzione di studiare in modo serio e non amatoriale. Una nota negativa la devo spendere per criticare alcune giurie che ci sono capitate: noi non siamo clienti di nessun concorso e io non faccio accordi di compravendita con nessuno, non accetto scambi di favori, non vedo i miei allievi come clienti ma come figli miei, voglio che siano rispettati e valorizzati nel modo giusto, in queste occasioni non abbiamo avuto delle orecchie che hanno ascoltato a fondo le loro esecuzioni, ma solo occhi che guardavano le apparenze, un bravo giudice deve saper riconoscere chi ha più esperienza di un altro, chi ha paura, chi ha bisogno magari di un sorriso per sentirsi più a suo agio, chi ha doti musicali, ma non ancora tutti i mezzi tecnici a posto per esprimersi. Meglio incoraggiare, che non vuol dire premiare con un falso premio, che dire parole d’occasione senza una vera ricerca del problema. Credo che premiare delle macchinette non sia servito a fare del bene alla musica e alle persone, illudendole di essere chissà chi, perseveriamo sempre nella strada dell’esteriorità, del personaggio costruito, escludendo ancora una volta l’interiorità e le emozioni. Le mode sono un continuo cambiamento e una continua rincorsa a cercare qualcosa per poter rimanere in alto, la vera essenza però si alimenta con altro e io sono contento dei miei ragazzi perché lavoriamo in questa direzione. Però sarebbe il momento di finirla con concorsi dove si può già immaginare come finiscono, è come far girare un topolino nella sua gabbia sempre sulla stessa ruota, finché si rimane nello stesso circuito si è degli eroi, appena finisce il periodo d’oro non si è più nessuno e non lo si potrà diventare più perché in tutto quel tempo non si è mai fatto musica.Quindi non credo del tutto a quello che è stato detto su di voi, avete fatto cose che questi giudici non si sono nemmeno accorti, hanno ascoltato oltre 40 persone in una giornata e credo sia impossibile ascoltarli seriamente, ecco perché affermo che i giudizi espressi sono stati più politici che musicali.
Bravi ragazzi!!! Sono contento in generale perché siete tutti cresciuti, ma diamoci da fare in modo più serio in futuro.